Azienda agraria Antonio Triomfi Honorati, radici storiche che camminano nel futuro.

A volte capita di entrare in contatto con realtà che sanno di profumo di casa, che hanno i colori del voler fare bene, del rendere più bello quello che respiriamo, mangiamo e creiamo attorno a noi.

Queste sono le sensazioni che ho percepito tutte le volte che sono venuta in azienda Trionfi Honorati, prima come cliente e poi ora come penna narratrice.

La scelta di parlare di loro è arrivata forte dopo l’incontro con Antonio Trionfi Honorati.

LA STORIA FAMIGLIARE

Antonio nel 2000 decide di lasciare Roma, sua città adottiva dove ha svolse fino ad allora l’attività di architetto, per tornare nelle Marche ed affiancare il padre nella gestione dell‘azienda di famiglia.

La famiglia Trionfi Honorati è una famiglia storica di Jesi, partendo dal nonno di Antonio, il marchese Antonio che avviò un processo innovativo nella nodernizzazione delle macchine agricole e nell’imbottigliamento del latte appena munto. Il padre di Antonio, Giuseppe è stato il creatore della Tre Valli, una realtà produttiva all’avanguardia nel territorio marchigiano.

Negli anni 2000 all’allevameno bovino iniziò ad integrare quello bufalino per la produzione casearia. Cosa che poi è stata portata avanti anche nel rientro nelle Marche di Antonio, l’ulitmo erede della famiglia.

ANTONIO E LA SUA EVOLUZIONE AZIENDALE

Ma lui ha portato ancora più avanti l’innovazione in azienda sia con l’introduzione di culture alternative a livello agronomico come il cece nero, il farro monococco e la canapa sia nell’impiego della canapa nel primo esempio al moondo di bioedilizia, con la realizzazione di una casa. Casa oggi sede di un piccolo museo della canapa, luogo dove è possibile comprare i prodotti realizzati da Antonio nella sua parte di azienda.

Perchè l’azienda è stata suddivisa in due parti tra Antonio e la sorella Giulia.

Antonio si occupa dell’allevamento delle bufale, dell’agricoltura biosostenibile e la trasformazione dei prodotti da essi derivati, oltre che alla parte artistica e di accoglienza.

La sorella gestisce con i suoi collaboratori il caseificio “Agricola Piandelmedico” e spaccio di prodotti caseari derivati dall’allevamento in azienda, ma non solo. E’un punto vendita dove poter fare spese di prodotti di qualità anche in rete con altre aziende del territorio, ci sono anche panificati prodotti in loco.

E’ possibile fare merende e aperitivi con i prodotti presenti in spaccio. Inoltre Agricola Piandelmedico partecipa con un furgoncino a mercati settimanali nel territorio circostante.

Si possono anche fare aperitivi e degustazioni da Antonio a base di carne di bufala e salumi, durante la bella stagione nel foodtruck vicino al museo della canapa, dove c’è anche lo shop dei prodotti realizzati dalla carne di bufala, dalla produzione di canapa e dai cereali.

Ci sono tante cose interessanti nell’azienda agraria Trionfi Onorati.

Partiamo dalla filiera corta che viene qui realizzata davvero, senza illusioni. Gli animali vengono alimentati con materie autoprodotte, senza mangimi. L’energia è prodotta grazie a pannelli solari presenti sulle stalle e il letame prodotto dagli animali, viene poi utilizzato come fertilizzante nei campi per le colture prodotte. 

L’azienda ha un impianto fotovoltaico grazie a pannelli che coprono tutti gli ex tetti delle stalle in eternit; ciò permette di poter contare sull’energia prodotta qui a livello aziendale e quella rimanente viene rimessa in rete.

La produzione agricola si sviluppa su circa 200 ettari, di cui la maggior parte viene usata per l’alimentazione degli animali allevati, ma il restante dei terreni vengono impiegati nella coltura di cereali e di colture di qualità rara, tra cui la canapa che è una delle protagoniste regie della commercializzazione e della qualità che viene creata. I prodotti alimentari o di cosmetica possono essere acquistati sia sul canale ecommerce del sito web che nel punto vendita, nella casa di canapa.

Tra i prodotti più richiesti ci sono gli insaccati di carne di bufala; questi vengono negli ultimi anni confezionati per la vendita in una realtà di Visso (Mc). La carne di bufala ha un buon apporto nutrizionale, è ricca di ferro. La degustazione che ho fatto in primavera in azienda di carne di bufala, mi ha fatto scoprire un mondo di genuinità e gustosità deliziosa.

Uno dei protagonisti delle scelte produttive di Antonio applicate in azienda è stata sicuramente la coltura della canapa. Nel 2010 quando ha iniziato con la canapa, aveva il terzo campo in Italia a livello di estensione.

La canapa sativa viene coltivata principalmente per l’estrazione dell’olio, ricco di Omega 3 e Omega, un vero rimedio prezioso per prevenire e affrontare molte patologie.

I prodotti a base di canapa a livello alimentare sono adatti a chi vuole condurre una alimentazione sana, per chi ha intolleraza al glutine è adatta, ma anche per i vegetariani e vegani è ricca di proteine naturali, può essere considerato un “super food”.

La canapa è ancora poco diffusa nell’alimentazione occidentale, ma dalla spremitura dei suoi semi si può produrre sia olio che farina, entrambi di colori un po’ più scuri del solito, ma adatti a realizzare molti alimenti o condirne. Inolte le proprietà contenuti nei trasformati dalla canapa, sono ricchi di vitamine fondamentali ( B1, B2, B6, D ed E), sali minerali, potassio e fosforo.

La coltivazione della canapa era diffusa nell’area del Piceno. La pianta veniva seminata all’inizio della primavera e si raccoglieva a partire dalla fine di giugno ai primi di settembre. Si estirpavano per prime le piante maschio e per ultime le piante femmine che portano i semi.

La canapa è protagonista sia nei prodotti alimentari che cosmetici, oltre che essere in prima visione nella casa della canapa in tutte le sue potenzialità. Nella casa della canapa, museo della canapa, potete trovare tutti i giorni Antonio e la sua collaboratrice Tania pronti a soddisfare le vostre richieste e necessità.

In azienda ad Antonio piace anche organizzare eventi con le scuole o con compagnie teatrali territoriali.

Insomma nell’Azienda agraria Trionfi Honorati entri nella platea di uno spettacolo green dove tante sfumature vengono coinvolte e hanno un posto sul palco. Un palco che ha come parole chiavi incise: etica, qualità, senso della comunità, attenzione per l’ambiente e per quello che sarà nel futuro prossimo, innovazione, ricerca e genuinità.

Grazie Antonio e Tania per la disponibilità e la generosità del pomeriggio trascorso in azienda, siete un luogo dove tornare e ritornare per aprire la mente, il corpo e il palato a un salto di qualità, la qualità delle cose studiate, create e condivise con la testa e con il cuore.

Miele Marinangeli, la poesia scritta nel sogno le mani di un miele di qualità.

Questa volta vi voglio narrare di una storia aziendale dolce, dove il miele e le api di Lorenzo sono le protagoniste. La nostra storia è ambientata nelle Marche, a Monte San Vito (An).

Lorenzo Marinangeli è sicuramente un coraggioso essere umano che produce miele, mettendo al primo posto il benessere delle api ed il rispetto per l’ambiente.

 

Dopo una laurea triennale in Economia del Territorio e del Turismo, ha deciso di cambiare settore e dal 2010 si occupa di miele e di api, con dedizione, passione e sperimentazione, cercando di ottenere prodotti di qualità.

La passione per le api nasce per pura casualità, sicuramente in un momento di ricerca, soprattutto interiore.

Mi ha confidato però di aver avuto in famiglia uno zio che produceva miele per “casa” parecchi anni addietro.

Successivamente, ha avuto modo di apprendere le tecniche necessarie per affrontare un lavoro così difficile da un apicoltore professionista molto in gamba.

La produzione di miele in questi anni è cambiata, di solito si iniziava ad Aprile per proseguire poi tutta l’estate; successivamente, per problemi legati al clima e non solo, queste condizioni si sono stravolte e hanno obbligato gli apicoltori a modificare, nel tempo e nelle metodologie, le operazioni di raccolto delle varie fioriture.

La sua rete di alveari ha una distribuzione sul territorio abbastanza ampia, perché la sede principale è a Monte San Vito, ma arriva fino ad Acquasanta Terme nell’ascolano, nelle zone costiere del senigalliese e nel primo entroterra marchigiano, nei comuni di Mergo, Rosora e limitrofi.

In base al tipo di miele che vuole produrre, sceglie delle zone salubri per fare prendere la “residenza” alle sue api per l’impollinazione.

Ha circa cinquecento alveari per la produzione di miele e altri prodotti dell’apicoltura.

La tipologia di miele dipende dal periodo dell’anno e dal territorio in cui viene raccolto.

Ci sono poi le indagini chimiche che si possono fare per capire la composizione del miele.

Il nettare, che successivamente le api trasformeranno in miele, viene raccolto dai fiori; la melata invece è data da quello che vediamo di appiccicoso sugli arbusti e/o sulle piante, quella è la melata o miele di melata.

Il miele è composto principalmente da due zuccheri semplici: fruttosio e glucosio; più alta è la percentuale di fruttosio più il miele tende ad assumere anche nel tempo una consistenza liquida (acacia e castagno su tutti).

Il miele non ha una vera data di scadenza, bensì un termine massimo per il suo consumo, che tendenzialmente si aggira intorno ai ventiquattro mesi dalla data di produzione; dipende poi da come viene conservato, il miele infatti odia la luce e le temperature troppo elevate.

Durante la mia visita aveva miele di castagno, acacia, millefiori e aceto di miele.

Una volta raccolto il miele, lo porta nel laboratorio a Monte San Vito dove ha tutti macchinari per la sua estrazione e confezionamento. Inoltre, produce aceto di miele; un prodotto mai assaggiato prima, gustoso ed interessante!

Viene prodotto a partire da una miscela di acqua e miele con l’aiuto di lieviti e batteri acetici; ci tiene a precisare che l’aceto prodotto in maniera artigianale impiega circa diciotto mesi di tempo per essere pronto. Lorenzo mi ha raccontato durante il nostro incontro che l’aceto di miele è stato il primo aceto ad essere creato dall’essere umano nell’antichità, il che lo avvale di un valore aggiunto e di un fascino ancestrale

 

Lorenzo è una persona umile che si considera uno che deve ancora imparare, che ha ancora molto da fare; è uno dei pochi sul territorio che lavora e si impegna in maniera anticonvenzionale.

Non è molto orientato al modello di comunicazione odierna, che sfrutta in maniera sistematica i social media; lui è più per il passaparola, per i contatti umani sinceri, per il lavorio quasi segreto ed instancabile.

Questo per lui non è un limite, ma una scelta.

Una scelta dedicarsi solo alle sue api, vederle cambiare nel tempo, affrontare insieme a loro le stagioni ed i cambiamenti.

Insomma, una sorta di altra famiglia per lui. Di grande affetto.

Io consiglio di visitare il sito web dell’azienda (www.apicolturamarinangeli.it) e di andarlo a trovare, perché la specialità è sempre nell’incontro, nello scambio di sguardi, nelle strette di mano e nel feeling a pelle e Lorenzo lascia tutte buone sensazioni addosso, merita un articolo di Blog, merita di essere promosso.

Affinità gustative, Claudia e il fascino del borgo di Mondavio

 

Affinità gustative. Quando ho saputo dell’esistenza di questa realtà mi sono chiesta da dove originasse questo nome. Quando ho conosciuto Claudia a Mondavio (Pu) ho capito cosa volesse dire questa parola.

L’affinamento di formaggio in questa realtà è sinomino di creazione artigianale, di esaltazione del territorio e della tradizione, sa di famiglia, di identità, di consapevolezze territoriali, sa di memoria da incesellare.

Claudia ha impresso i suoi primi passi in questa attività artgianale, come piace chiamarla a lei, circa dieci anni fa. Ma la sua storia legata a questo settore nasce molto tempo prima, risale ai tempi dell’azienda familiare dei suoi genitori, tempi che profumano e hanno i colori della sua infanzia e adolescenza.

CLAUDIA DI AFFINITA’ GUSTATIVE

I suoi genitori avevano una piccola realtà familiare a Orciano, dove producevano tutto in loco, partendo dall’allevamento, dalla produzione di latte che poi vendevano. Ma la saggia mamma di Claudia ebbe la brillante idea di provare a produrre formaggi negli anni ’90 nella loro stessa azienda, mettendosi in gioco e arrivando a vendere il prodotto finale del loro sacrificio pieni di sogni e coraggio. Prima è partita in sordina, poi mano mano si è specializzata ed è migliorata la qualità e la sperimentazione.

Claudia è proprio lì, immersa tra quegli odori, sacrifici, progetti famigliari che ha seminato in sé la sua “arte affinatoria”,a fianco della sua mamma ha rubato le tecniche, che lei stesso applica nella realizzazione dei formaggi tradizionali, cosiddetti Pat ( produzione agroalimentare tradizionale).

E dove ha scelto di affinare le sue creature Claudia?

In una grotta del 1400, dove manipola formaggi misti e pecorini semistagionati.

Affinità gustative non ha l’obiettivo di realizzare una produzione industriale, non ha celle frigo, ma maneggia formaggi al di sopra dei due mesi (semistagionati appunto), perchè sono misti e affinati come la tradizione contadina ha trasmesso oralmente.

Nel territorio circonstante vigeva la mezzadria e solitamente per i contadini, la produzione che restava nelle famiglie era frutto di sostentamento. I formaggi lo erano e spesso in primavera quando il gregge andava al pascolo e veniva prodotto più latte nel ritmo naturale della stagionalità, poteva diventare materia prima per produrli. Solo che le temperature calde potevano essere antagoniste della stagionatura, per cui capirono che nelle cantine, che quasi tutte le famiglie avevano per tenere il vino, le botti potevano diventare dei contenitori per far stagionare i formaggi.
Utilizzando le botti o le orci di terracotta, all’interno delle quali i formaggi venivano stagionati con l’aiuto di foglie, che potevano essere di noce, o di castagno, o lo stesso vino.

In base alla disponibilità nella famiglia venivano realizzati e da qui riparte Claudia, grazie anche al sapere tradizionale che si è tramandato da racconto ad ascolto.

Ha scelto di affinare i formaggi di latte crudo, volutamente scelto così, in otto tipologie in grotta; inizia l’affinamento di formaggio di 15-20 giorni, in cui si caratterizzano, con i propri profumi, l’ aromaticità. Dai 60 giorni in poi è commercializzabile, naturalmente pìù la stagionatura è maggiore, maggiori saranno le differenze e le personalizzazioni.

I formaggi di Affinità come dice Claudia, sono da spiegare, contestualizzare, perchè non sono formaggi esteticamente perfetti come quelli che siamo abituati a vedere nei supermercati. Ma sono formaggi realizzati in una grotta di tufo del 1400, in un borgo con una rocca di carattere, realizzata dalla dinastia della Rovere, famiglia nobile che in quel periodo governava la zona.

Claudia è consapevole di essere in una cornice turistica accogliente e con l’orgoglio del suo territorio comprende il valore aggiunto che ha la sua creatura, sia per attirare turisti al suo prodotto, sia per aprire le porte al suo borgo ai suoi clienti.

C’è la possibilità di fare visite guidate nel laboratorio di Affinità e in seguito degustazione assaporando non solo i formaggi qui creati, ma comprendendo anche come l’artigianalità casearia di questa donna sia giunta a quel tipo di luogo, esattamente lì.

 

E’ confortante sentire dalle sue parole che la Regione Marche sia interessata a preservare le produzioni artigianali casearie e abbia portato avanti delle deroghe anche per l’ambiente di lavoro che lei ha nella grotta.

Mantenere la nicchia è un valore aggiunto, salvaguardarsi nella propria specificità, garantendo una certa qualità.

L’animo di Claudia artista, oltre alla genetica, nasce anche nella sua formazione scolastica. Claudia ha frequentato l’istituto d’arte, la sua aspirazione era realizzare cartoni animati.

Non è riuscita in questo sogno, ma è riuscita a crearne un altro. Non è riuscita per ora a creare il formaggio a forma di limone come la mamma, ma ha recuperato altre forme d’arte.

Claudia si sente rappresentata da colori e profumi esotici, tipo la vaniglia delicata.

Emerge tra le sue parole la sua difficoltà nel fare rete, tra tutti gli impegni che si hanno in un’attività, il tempo e le energie da impiegare sono tante, ma ci si prova a suggerire, segnalare altri attori e attrici del circondario, cercando di intessere legami, circoli di turismo che facciano venire voglia di restare proprio lì, tra i borghi come Corinaldo, Pergola, Mondolfo, Fratterosa, Castelleone di Suasa, tra le aziende di nicchia, tra chi fa accoglienza, tra chi prova a creare luce che metta in risalto le sfumature molteplici.

L’incontro con Claudia è stato un abbraccio disegnato tra i ricordi, gli odori della consapevolezza del valore di ciò che crea e l’umanità di chi cerca di rimanere radicato ad un sogno che ha saputo seminare con costanza, sacrificio e passione. Vi consiglio di andare a conoscerla e assaggiare tutte le affinità che vi saprà far conoscere, ognuna ha la sua narrazione gustativa speciale.

La Rocca di Mondavio

Il teatro di Apollo di Mondavio

Vuoi il vero pan biscotto polesano? Lo trovi al Panificio Domeghetti

La mia passione per i viaggi mi porta spesso  a scovare realtà agroalimentari e non solo in giro per l’Italia, ma  anche nel luogo dove vivo mi ritrovo a contatto con tipicità territoriali di tutto rispetto.

La terra polesana possiede vari prodotti locali, igp e dop di indubbia qualità; accanto  a queste perle ci sono prodotti tipicamente polesani come il pan biscotto.

La realtà che ho trovato legata al pan biscotto e di cui vi voglio raccontare è il Panificio di Domeneghetti di Loreo (Ro).

Questo forno mi è stato indicato dietro una mia richiesta di una realtà artigianale e umana.

Così è stato l’incontro con Roberto e Roberta Domeneghetti, fratello e sorella che gestiscono il forno di famiglia, appartenuto prima al padre e prima ancora al nonno. L’attività appartiene alla famiglia dal 1957.

Quindi il panificio è un’attività di circa 60 anni di produzione.

Sono stata accolta da Roberto con le mani in pasta nel vero senso della parola e da Roberta, più impegnata nella gestione del punto vendita e nel contatto con il pubblico .

 Il forno non produce solo pan biscotto, ma anche panficati vari, grissini, impasti integrali e con lavorazioni attente  alle ricerche alimentari vegane o con ingredienti salutari come la curcuma.

Durante la mia visita ho avuto il piacere di vedere i ragazzi ( uno dei due è il figlio di Roberto) addetti alla produzione del pane all’opera, ho potuto annusare l’odore di farina, vedere le mani all’opera, osservare i vari  tipi di panificati in produzione, capire come sia l’organizzazione di un forno nel backstage nella routine quotidiana.

Ho potuto osservare e godere della famigliarità nel punto vendita antistante il laboratorio di produzione, dove Roberta fa da padrona.

Il forno Domeneghetti è un punto di riferimento per la spesa delle famiglie del paese, la posizione del forno agevola poi le spese quotidiane della comunità, il negozio è in pieno centro del paese.

Il forno partecipa alle iniziative locali per promuovere il suo pan biscotto e tutte le sue creazioni, tra le quali la festa del pane di Loreo che si svolge ogni anno verso fine Giugno.

Il punto vendita è aperto tutte le mattine dal Lunedì al Sabato mattina.

I prodotti dell’azienda vengono venduti anche in altre località polesane come Rosolina, Porto Viro o Volto.

Una cosa interessante è stata notare che nel punto vendita è possibile trovare una serie di prodotti polesani, il senso della rete con altre realtà locali come per il riso del delta o la polenta gialla e bianca.

Mi è piaciuto apprendere dai racconti di Roberta alcuni aneddoti legati al pan biscotto e alla sua forma circolare, che era fatta appositamente in questo modo per essere infilata nella cinture dei contadini o lavoratori e  essere disponibile facilmente per essere  mangiata nei momenti di pausa.

Come canali di comunicazione il forno possiede la pagina Facebook e i contatti telefonici del punto vendita e dei due fratelli Domeneghetti.

Potete trovare i prodotti del Forno Domeneghetti presso il punto di vendita, dal pane fresco, al pan biscotto, a grissini e pizze e panificati di qualità.

Ora non manca che andare a conoscerli e assaggiare le golsosità che qui potete trovare.

Grazie alla famiglia Domeneghetti per l’ospitalità e la disponibilità ricevuta per conoscere il vostro forno, la vostra produzione e il famoso pan biscotto di Loreo.

Il pan biscotto racchiude la semplicità del territorio polesano a tavola, dove basta poco per creare condivisione, buona tavola e aggregazione.

Mi piace promuovere i sapori territoriali, perché credo che da lì possiamo provare a  ripartire per trovare contatto con il territorio, tornando alle origini, rincontriamo i veri valori e chi ne è portavoce, andando in contatto con chi li concretizza tutti i giorni con fatica e passione.

L’azienda Casusko: dove la capra girgentana e il coraggio hanno dimora.

Un viaggio a volte può essere  un viaggio di relax, di buona cucina, di divertimento e bei paesaggi, a volte per come ho scelto di vivere io i viaggi, senza nessuna forma di critica esterna, un viaggio può essere un tentativo di capire un territorio.

Per quello che riesco cerco di comprenderli con incontri di chi vive il territorio, cercare questi incontri e intanto arricchirmi dentro.

La terra siciliana per me magica, è una terra che ho vissuto già un po’ di volte tra cammini, viaggi e affetti che si sono creati, affetti che ho la fortuna di avere in  questa terra e che mi riempiono di bellezza.

Nell’ultimo viaggio che ho fatto nel mese di Agosto si è ripetuta questa tradizione, è stato un viaggio di ricerca di bellezza, di rincontri continui a me cari e di nuovi incontri con persone che risiedono nel territorio e lo rendono bello.

Sono arrivata alla consapevolezza che un territorio può essere bello, ma sono le persone che lo vivono che possono mantenerlo tale e arricchirlo di bellezza e sanità con progetti, idee, rete e rispetto per tutto ciò che hanno attorno, creando cose che siano in armonia con esso.

Uno degli incontri che sicuramente merita l’attenzione di un articolo di Tarallucci&Vino è l’azienda agricola di Casuccio Valeria, a Joppolo Giancaxio (Ag).

L’azienda è composta da una giovane coppia di ragazzi siciliani, Valeria e Peppe che qualche anno fa hanno in modo coraggioso, sottolineo questo, hanno deciso di intraprendere una strada mai tracciata rispetto alle rispettive famiglie, quella dell’allevamento di una razza rara di capre, quella delle capre girgentane.

Questi due ragazzi, con percorsi di vita anche fuori dalla terra sicula, si sono rincontrati nell’agrigentino, si sono innamorati e hanno osato.

Bello il verbo osare e loro lo rivestono in pieno.

Io ho avuto il piacere di conoscere Valeria nel punto vendita e laboratorio di trasformazione che l’azienda ha a Joppolo Giancaxio (AG), mentre la loro casa e le stalle della capre sono verso Raffadali (Ag), contrada Pietrarossa.

L’avventura per loro inizia nel 2010, quando Valeria e Peppe acquistano le prime 5 capre, 4 femmine e un maschio che nel giro di un anno crescono e diventano 12. Da lì i due giovani avventurieri iniziano a sperimentare per il consumo casalingo la produzione di formaggi e ci prendono talmente gusto che nel 2016 è nata l’azienda la Piccola Latteria Artigianale CASUSKO.

Da quel momento in poi la crescita della qualità dei prodotti derivati dal latte delle loro bellissime capre girgentane è andata solo migliorando e hanno iniziato a collaborare in rete con altre realtà del territorio simile a loro. Mano mano Valeria e Peppe si sono fatti conoscere e sono sicuramente tra gli imprenditori giovani del territorio agrigentino  e anche siciliano che meritano di essere conosciuti e promossi.

La cosa che più mi ha colpito di questo incontro è stata la luce negli occhi e nel viso di Valeria, questa giovane donna è radiosa! Oltre a essere luminosa, imprenditrice dal grande coraggio è anche mamma di ben 3 figli!

Valeria

Ebbene sì i coraggiosi appena spiegano le vele raggiungono tutti risultati arditi, se poi gli obiettivi te li poni  e ottieni condividendoli, bè allora è fatta.

Valeria e Peppe sono non solo una coppia e una famiglia, sono un modello di riferimento per noi giovani, che in Italia spesso abbiamo paura di rischiare, di credere nel futuro e nella vita.  Anche se tutto intorno è a tratti offuscato, bisogna provarci, credere nelle proprie idee, progetti e vedere come va. D’altronde si dice se non provi come fai  a sapere quello che accadrà poi? E cosi è nella realtà.

i formaggi degustati

Dalle parole piene di emozione e entusiasmo di Valeria, arriva l’amore per la capre girgentane, per la ricerca fatta con il marito sull’allevamento di una razza in via di estinzione, arrivano i motivi che li hanno spinti a questa scelta; mi è giunta la passione per le produzione di formaggi e derivati dal latte delle capre con ricette insegnate, migliorate e offerte ai clienti.

Io ho potuto degustare tre tipi dei loro formaggi (stagionati e morbidi) realizzati con tecniche antiche; erano tutti ottimi, tanto buoni che mi hanno arrecato dipendenza!

Valeria carinamente mi ha fatto dare un’occhiata anche alla stanza dove avviene la lavorazione del latte e la trasformazione di esso in tutti i prodotti che vengono realizzati, da ricotte, a formaggi spalmabili, a quelli più stagionati.

Lo spazio dello spaccio è piccolo ma pieno di amore e di passione.

Qui ho potuto anche assaggiare il latte di capra ed è leggerissimo, come ci ha spiegato Valeria, il latte di capra è altamente digeribile come quello materno; credeteci, se l’ho bevuto io senza problemi che non amo bere latte!

Dalle parole e dai racconti di Valeria ho potuto capire che le capre girgentane oltre essere una razza in via di estinzione, è una specie dall’aspetto elegante ed è molto amichevole, ognuna di loro ha un nome e quando ci sono visite di bimbi e gruppi in azienda, alcune di loro sono dei padroni di casa di grande simpatia ospitale.

E’ possibile anche aiutare e sostenere Peppe e Valeria, adottando una delle loro capre girgentane con un contributo annuale. Chi li sostiene con questo progetto potrà seguire lo stato di salute della capra in modo cadenzato e ricevere prodotti realizzati con il latte di capra e altri prodotti offerti dall’azienda Casusko.

Il progetto dell’adozione della capra girgentana era in realtà partito con più alto respiro tra più realtà del territorio agrigentino, ora sono rimasti loro ed un’altra realtà.

Io credo che aderirò a questo progetto, sarà stata la luce di Valeria, sarà che ammiro il coraggio di questa giovane coppia e la loro volontà di investire su un qualcosa che sta scomparendo, ma con impegno stanno facendo “sopravvivere”, “esistere” e “resistere”!

Peppe in azienda fa conoscere le capre girgentane

Il viaggio, per me, è ricco se incontro persone come Valeria, una donna audace, amorevole e solare che ha scelto con suo marito questo percorso di vita incontrando difficoltà, ma l’hanno scelto assieme e questo si legge in tutto, o meglio a me è arrivato.

Questo viaggio è stato bello grazie all’arricchimento che mi è stato donato da ogni incontro, ma questo sicuramente è stata una punta di eccellenza umana.

Peppe al pascolo con le capre

Spero di tornare a trovarli e conoscere le famose capre girgentane e fare una foto con loro, da quello che ho capito c’è una certa Mascotte che non aspetta altro!

Potete andare a trovare l’azienda Casusko nel punto vendita o in azienda previa accordi se siete in Sicilia da quelle parti, saranno sicuramente entusiasti di esserci per farsi conoscere.

Potete seguirli comunque a distanza sul canale Facebook , dove potete trovare aggiornamenti, foto, video e novità.

Grazie a Valeria, a Peppe che spero in  futuro di poter conoscere, grazie ragazzi ad avere avuto la perseveranza e il coraggio e perché no anche un po’ di incoscienza di realizzare un sogno e renderlo reale.

io e le corna della capra girgentana

Grazie alla terra magica, alla Bella Sicilia che mi sa incantare, emozionare e rapisce ogni volta, cuore, mente e anima.

Bio Forno dei Colli Euganei: dove la qualità croccante viene arricchita dall’etica.

Una delle cose che muove maggiormente Tarallucci&Vino è la passione per i viaggi e l’incontro, il viaggio nella natura, nelle esperienze, nell’umanità e nei bei valori.

L’incontro con Vicenzo e il Forno Bio dei Colli Euganei a Galzignano (Pd), è avvenuto in un primo momento in un modo alternativo. Ho incontrato Vincenzo ascoltando in realtà la sua storia in una puntata di un  programma tv, Todo Cambia su Rai 3.

La sua storia mi ha molto colpito, tante cose di quella storia in realtà come: il coraggio di aver scelto di cambiare totalmente vita lasciando un lavoro di successo e “sicuro” per uno meno certo e di rischi più palpabili, la passione per ciò che produce e ogni giorno porta avanti, la semplicità delle sue parole ma profonde, piene di consapevolezza e di scelta.

Che dire, ho scelto di contattarlo e ho provato a sentire se poteva essere interessato e disponibile all’incontro,  osare spesso è un buona mossa perché Vincenzo ha accettato di incontrarmi.

Andare al forno di Vincenzo è anche una bella escursione, perché il suo forno ai piedi dei colli Euganei, è in una zona bellissima e conosciuta, vicino ad Arqua’ Petrarca , borgo incantevole legato alla figura dello scrittore Francesco Petrarca.

l’ingresso del Bio Forno

Vincenzo mi accoglie nel suo piccolo forno in mezzo alla natura in un giorno di normale lavorazione.

Il forno è vicino la sua abitazione e questo gli ha permesso fin dall’inizio di potersi immergere in questa attività anima e corpo nel vero senso della parola.

gli orari di apertura al pubblico

Negli ultimi tempi Vincenzo ha trovato un collaboratore che gli dà una mano nella sua attività, ciò sicuramente è motivo di più respiro, perché gestire tutto da solo era diventato davvero impegnativo.

L’avventura di Vincenzo inizia circa 5 anni fa, in cui dopo vari ripensamenti decide di cambiare vita e scegliere di lasciare il lavoro da commerciale in una grande azienda a Milano per inseguire quella che era una passione nascente legata alla produzione di pane  e dolci in casa.

All’inizio la passione per il settore della panificazione per Vincenzo si è sviluppata tra corsi di cucina, attività organizzata da centri sociali o le mura domestica, ma poi è arrivato il momento in cui come accade nella vita, senti che è il momento di cambiare direzione.

la legna fondamentale

Vincenzo lascia quindi cambia vita, lascia lavoro, lascia Milano e decide con la sua compagna di trovare un luogo dove iniziare questa nuova pagina di vita e sceglie, dopo tante ricerche la zona dei colli euganei, terra d’origine della sua compagna.

E qui con molta fatica, sacrifici, ore di lavoro, di sperimentazione parte.

Parte recuperando un lavoro artigianale che spesso è diventato in realtà una produzione legata a macchinari, x lui invece la direzione scelta è molto più difficile, ma appassionante.

il forno di cottura a legna

Il lavoro di chi produce pane e panificati non è per nulla facile, è un lavoro in cui si dorme poco, si lavoro molto, ci si deve mettere in gioco sempre, provare e riprovare ricette adattandole al forno che hai, alle energie che hai e alla motivazione che devi trovare ogni giorno anche se sei stanco, sei smarrito o demotivato.

Vincenzo attinge alle sue origine pugliesi nelle ricette che mano mano ha sviluppato, alla farine biologiche, di grani antichi che sceglie.

Anche qui c’è il coraggio e etica di produrre un pane biologico, con farine biologiche che hanno lavorazioni e costi diversi dal pane che comunemente acquistiamo nei supermercati o nei piccoli alimentari. Siamo abituati a certi prezzi bassi e forme di pane nel territorio veneto, che forse non è sempre semplice comprendere il valore della qualità del lavoro di persone come Vincenzo.

Il  lavoro di Vincenzo è anche quello di educare i suoi acquirenti e le attività del territorio che scelgono i suoi prodotti a cosa è davvero il pane, secondo la tradizione antica, secondo un atteggiamento di studio e ricerca degli ingredienti pìù sani e d qualità.

In questa cosa nella promozione dei suoi prodotti, il lavoro precedente di commerciale gli viene utile sicuramente.

i grani antichi utilizzati

L’esperienza con il programma tv è arrivato quest’anno tramite un contatto famigliare che ha segnalato la sua storia, che dopo una selezione è stata giustamente scelta.

E‘una storia di vita che ha tante belle chiavi di lettura, di messaggi positivi e per questo scelgo di parlare di Vincenzo, di dargli spazio, eco.

pane e tarallucci

Vincenzo nel suo forno produce vari tipi di pane con farine macinate a pietra, di grani antichi con sempre nuove sperimentazioni; produce taralli di vario tipo e freselle, dolci o biscotti adatti ad essere cotti nel forno a legna. C’è l’influenza anche con le tradizioni di  altre regioni italiane che seleziona e fa conoscere in Veneto dove per cultura alimentare non vengono mangiate, come le farinate liguri. In cantiere ci sono le “pucce” pugliesi che conosco e sono deliziose.

Tarallucci&Vino

Come circuiti di vendita Vincenzo vende i suoi prodotti nel suo piccolo forno due giorni  a settimana ( Mercoledì e Sabato), in alcuni ristoranti del territorio padovano e in negozi di Naturasì delle province circostanti e negozi di prodotti biologici. Creare una propria rete di vendita, di promozione non è immediato, semplice, ci vuole lavoro anche lì.

Ma i sacrifici, la passione, la testardaggine, la costanza prima o poi portano a dei risultati e infatti Vincenzo ha partecipato a un bando del comune di Monselice (Pd) segnalato da una persona affezionata e l’ha vinto. E prossimamente appena la cosa partirà parteciperà a  AGRIMONS, un mercato cittadino della freschezza che raccoglierà tutti produttori del territorio per la vendita diretta al consumatore. Tutto ciò lo trovo bellissimo.

Vincenzo per ora come canali di comunicazione ha la pagina Facebook dove potete trovare aggiornamenti sul suo forno  Bio e tutte le novità. Ci vuole tempo per ogni cosa, pazienza per arrivare a farsi conoscere, avere consapevolezza di sé e di ciò che si produce, farlo capire e sentire ai consumatori, e poi  farsi scegliere nella miriade di offerta.

focaccia

Io ve lo consiglio questo forno, non solo per la qualità dei prodotti che ho testato,  ma soprattutto per Vincenzo, per tutto quello che di sé ci mette nel suo pane, nelle sue scelte. Non è fatto nulla a caso o solo per fare business a sé. Non avrebbe fatto questa scelta di vita.

Una scelta con cui ha recuperato la dimensione di vita umana, dove Vincenzo è padrone del suo tempo e di sé stesso, dove sceglie ciò che fa, dove vive a contatto con la natura e si prende i suoi spazi e non deve rendere conto a nessuno.

Questa storia, quello di Vincenzo e del Bio Forno dei Colli Euganei mi apre a delle riflessioni importanti sull’etica e la libertà che si sceglie in un lavoro, un’attività che non è solo lavoro, c’è tutto di te.

Quanto voi cercate di metterci etica nel vostro percorso? La sensazione di libertà dell’aver scelto il vostro percorso di vita, vi accompagna ancora nella quotidianità come inizialmente? Come fate a far stare  a braccetto insieme l’etica con la liberta’?

So solo che riuscirci è difficile, ma è qualcosa che non ha prezzo.