Laboratorio esperienziale a base di biscotti e pane: ecco Ceglie Messapica a tavola con amore

 

Se c’è una cosa che ho imparato a capire di un territorio  è che la cosa migliore che puoi fare per capirlo è tramite chi lo vive, stando con loro, con le loro abitudini, i loro racconti, le loro storie, i sorrisi, le problematiche e perché no le loro ricette, come in questo caso.

Ho passato qualche giorno in Val d’Itria, in Puglia, nel territorio brindisino famosa per i trulli diffusi nella campagne, gli ulivi secolari, la terra rosa, i borghi graziosi in pietra bianca, la cortesia della gente brindisina, la luce in cielo che irradia tutto e il mare cristallino della costa adriatica tra oasi naturali e natura meravigliosa.

Ostuni (Br)

In questi giorni di un Ottobre estivo, ho potuto godere di giornate bellissime, esplorando il territorio, i borghi come Ostuni, Locorotondo, Cisternino e Ceglie Messapica, dove ho pernottato.

Locorotondo (Br)

Ceglie Messapica è davvero incantevole, merita di essere visitata con i suoi vicoli storici, la gente sempre con il sorriso in viso e i prodotti locali da assaggiare come il panino cegliese e i biscotti cegliesi.

Ceglie Messapica (Br)

Molti dei prodotti della tavola di Ceglie sono prodotti presidio Slow Food.

La mia curiosità, che mi muove sempre, era intenzionata a mettersi alla prova con un laboratorio, dove potesse essere possibile mettere le mani in “pasta” e realizzare qualche prodotto territoriale.

Sono riuscita a trovare la situazione adatta grazie all’aiuto di una cara amica, Daniela Trisolino, architetta creatrice dello spazio Isa a Ceglie e presidente del presidio Libera del paese da poco. Tramite i suoi contatti è riuscita a trovare una situazione famigliare in cui fare un laboratorio a casa di massaie meravigliose cegliesi.

Il turismo esperienziale lì ha preso piede, il contatto con le persone del territorio hanno dato a uno spazio in cui si è prodotto pane e biscotti, una connotazione piacevolissima.

E ora passiamo a cosa è stato prodotto: pane di semola condito con semi naturali misti e i biscotti di Ceglie Messapica, prodotto presidio Slow food.

Le insegnanti del laboratorio sono state Elvira e Anna, cegliesi doc.          

Anna

Luogo del momento di condivisione culinaria è stato a casa di Elvira, nella sua depandance bellissima piena di luce e di sensazioni amorevoli.

Siamo partite dal produrre del buonissimo pane con semola pugliese e semi di vario genere per condirlo, il tutto condotto dalle abili mani di Anna Vitale, che è l’esperta” del produrre il pane cegliese, il tutto condotto con amore; le sue mani creavano, impastavano, davano forma  a tre forme di pane che poi sono state messe a lievitare.

Il pane in lievitazione

Siamo passati poi ai  biscotti cegliesi, gustosissimi e che rendono merito a Ceglie Messapica sulla tavola in tutto il territorio della Val d’Itria.

Questi biscotti non sono solo deliziosi ma parlano nella preparazione e poi nel palato dei prodotti del brindisino e della Puglia.

Le mandorle

La base dei biscotti sono le mandorle, che vengono in parte tostate e macinate  a mano con la bottiglia per trasformarle nella farina di mandorle, la base dei biscotti.

Sui biscotti l’esperta era Elvira, che ci ha seguito e amorevolmente insegnato i suoi segreti. Le mandorle erano dei mandorli della campagna della famiglia di Elvira, quindi biologiche del tutto.

Dopo la macinatura delle mandorle, si aggiunge all’impasto da lavorare del succo di limone, un bicchiere di caffè, uno di liquore Strega, un po’ di zucchero e delle uova.

Il tutto viene impastato a mano e lavorato fino a che si arriva a dare forma ai biscotti, realizzando dei cordoni che allungati come un salame a due a due diventano il “sopra” e “sotto” del biscotto.

In una delle due parti viene incavata una parte per fare spazio alla marmellata di ciliegie o amarene, in questo caso marmellata fatta in casa, e  che ve lo dico a fare era squisita.

Una volta messa la marmellata, la parte sottostante viene ricoperta con la parte simmetrica sopra, il tutto viene compattato e si tagliano i pezzi dei biscotti, che prendono sempre più forma.

I biscotti vengono  messi in una teglia in forno e si aspetta impazienti la cottura.

Mi sono cimentata con impegno insieme ad Anna nella realizzazione dei biscotti, ma devo dire che metterci mano, è stato fortemente terapeutico, rilassante.

I biscotti pronti prima di essere infornati

 Durante la cottura dei biscotti, siamo tornate ad occuparci del pane, che lievitato era pronto per essere infornato.

Il pane lievitato

Tra biscotti e pane in forno, non riesco a descrivervi il profumo che si è diffuso nella cucina, un tepore olfattivo delizioso.

Cotti sia i biscotti e poi il pane, la merenda era tutta lì pronta calda calda;  i biscotti prodotti erano deliziosi, ma anche il pane condito parte con olio biologico, pomodoro e parte con marmellata di amarene rimasta non era niente male, anzi era una goduria pazzesca.

pane cotto

Questo laboratorio è stato tutto questo, ma è stato soprattutto condivisione, risate, intimità, mani che si aiutavano, consigli, creatività, tradizione, cuore e senso della rete tra tutte noi lì presenti.

Biscotti pronti

E’ stata un’esperienza molto bella, che  consiglio e spero di rifare.                                

Spero di tornare presto in val d’Itria e nella mia bella Puglia, terra delle mie origini, terra da scoprire, dove ogni provincia parla a sé, dove la gente è cordiale e ha voglia di accoglierti; dove la natura è dai colori accesi e il profumo dell’aria sa di terra rossa e ulivi.

Olive biologiche conservate con tecnica antica: calce e cenere

Vi condivido un link sulla realizzazione dei biscotti di Ceglie, per provare a realizzarli.

Ringrazio Elvira e Anna Vitale per questo bel pomeriggio esperienziale regalato a me e mia madre,  e ringrazio Daniela Trisolino per questa bella situazione che è riuscita a trovarmi,  è stata proprio come la cercavo, è stato un angolo di vita domestica cegliese da accogliere  e portarsi a casa.

I melograni

 

L’azienda Casusko: dove la capra girgentana e il coraggio hanno dimora.

Un viaggio a volte può essere  un viaggio di relax, di buona cucina, di divertimento e bei paesaggi, a volte per come ho scelto di vivere io i viaggi, senza nessuna forma di critica esterna, un viaggio può essere un tentativo di capire un territorio.

Per quello che riesco cerco di comprenderli con incontri di chi vive il territorio, cercare questi incontri e intanto arricchirmi dentro.

La terra siciliana per me magica, è una terra che ho vissuto già un po’ di volte tra cammini, viaggi e affetti che si sono creati, affetti che ho la fortuna di avere in  questa terra e che mi riempiono di bellezza.

Nell’ultimo viaggio che ho fatto nel mese di Agosto si è ripetuta questa tradizione, è stato un viaggio di ricerca di bellezza, di rincontri continui a me cari e di nuovi incontri con persone che risiedono nel territorio e lo rendono bello.

Sono arrivata alla consapevolezza che un territorio può essere bello, ma sono le persone che lo vivono che possono mantenerlo tale e arricchirlo di bellezza e sanità con progetti, idee, rete e rispetto per tutto ciò che hanno attorno, creando cose che siano in armonia con esso.

Uno degli incontri che sicuramente merita l’attenzione di un articolo di Tarallucci&Vino è l’azienda agricola di Casuccio Valeria, a Joppolo Giancaxio (Ag).

L’azienda è composta da una giovane coppia di ragazzi siciliani, Valeria e Peppe che qualche anno fa hanno in modo coraggioso, sottolineo questo, hanno deciso di intraprendere una strada mai tracciata rispetto alle rispettive famiglie, quella dell’allevamento di una razza rara di capre, quella delle capre girgentane.

Questi due ragazzi, con percorsi di vita anche fuori dalla terra sicula, si sono rincontrati nell’agrigentino, si sono innamorati e hanno osato.

Bello il verbo osare e loro lo rivestono in pieno.

Io ho avuto il piacere di conoscere Valeria nel punto vendita e laboratorio di trasformazione che l’azienda ha a Joppolo Giancaxio (AG), mentre la loro casa e le stalle della capre sono verso Raffadali (Ag), contrada Pietrarossa.

L’avventura per loro inizia nel 2010, quando Valeria e Peppe acquistano le prime 5 capre, 4 femmine e un maschio che nel giro di un anno crescono e diventano 12. Da lì i due giovani avventurieri iniziano a sperimentare per il consumo casalingo la produzione di formaggi e ci prendono talmente gusto che nel 2016 è nata l’azienda la Piccola Latteria Artigianale CASUSKO.

Da quel momento in poi la crescita della qualità dei prodotti derivati dal latte delle loro bellissime capre girgentane è andata solo migliorando e hanno iniziato a collaborare in rete con altre realtà del territorio simile a loro. Mano mano Valeria e Peppe si sono fatti conoscere e sono sicuramente tra gli imprenditori giovani del territorio agrigentino  e anche siciliano che meritano di essere conosciuti e promossi.

La cosa che più mi ha colpito di questo incontro è stata la luce negli occhi e nel viso di Valeria, questa giovane donna è radiosa! Oltre a essere luminosa, imprenditrice dal grande coraggio è anche mamma di ben 3 figli!

Valeria

Ebbene sì i coraggiosi appena spiegano le vele raggiungono tutti risultati arditi, se poi gli obiettivi te li poni  e ottieni condividendoli, bè allora è fatta.

Valeria e Peppe sono non solo una coppia e una famiglia, sono un modello di riferimento per noi giovani, che in Italia spesso abbiamo paura di rischiare, di credere nel futuro e nella vita.  Anche se tutto intorno è a tratti offuscato, bisogna provarci, credere nelle proprie idee, progetti e vedere come va. D’altronde si dice se non provi come fai  a sapere quello che accadrà poi? E cosi è nella realtà.

i formaggi degustati

Dalle parole piene di emozione e entusiasmo di Valeria, arriva l’amore per la capre girgentane, per la ricerca fatta con il marito sull’allevamento di una razza in via di estinzione, arrivano i motivi che li hanno spinti a questa scelta; mi è giunta la passione per le produzione di formaggi e derivati dal latte delle capre con ricette insegnate, migliorate e offerte ai clienti.

Io ho potuto degustare tre tipi dei loro formaggi (stagionati e morbidi) realizzati con tecniche antiche; erano tutti ottimi, tanto buoni che mi hanno arrecato dipendenza!

Valeria carinamente mi ha fatto dare un’occhiata anche alla stanza dove avviene la lavorazione del latte e la trasformazione di esso in tutti i prodotti che vengono realizzati, da ricotte, a formaggi spalmabili, a quelli più stagionati.

Lo spazio dello spaccio è piccolo ma pieno di amore e di passione.

Qui ho potuto anche assaggiare il latte di capra ed è leggerissimo, come ci ha spiegato Valeria, il latte di capra è altamente digeribile come quello materno; credeteci, se l’ho bevuto io senza problemi che non amo bere latte!

Dalle parole e dai racconti di Valeria ho potuto capire che le capre girgentane oltre essere una razza in via di estinzione, è una specie dall’aspetto elegante ed è molto amichevole, ognuna di loro ha un nome e quando ci sono visite di bimbi e gruppi in azienda, alcune di loro sono dei padroni di casa di grande simpatia ospitale.

E’ possibile anche aiutare e sostenere Peppe e Valeria, adottando una delle loro capre girgentane con un contributo annuale. Chi li sostiene con questo progetto potrà seguire lo stato di salute della capra in modo cadenzato e ricevere prodotti realizzati con il latte di capra e altri prodotti offerti dall’azienda Casusko.

Il progetto dell’adozione della capra girgentana era in realtà partito con più alto respiro tra più realtà del territorio agrigentino, ora sono rimasti loro ed un’altra realtà.

Io credo che aderirò a questo progetto, sarà stata la luce di Valeria, sarà che ammiro il coraggio di questa giovane coppia e la loro volontà di investire su un qualcosa che sta scomparendo, ma con impegno stanno facendo “sopravvivere”, “esistere” e “resistere”!

Peppe in azienda fa conoscere le capre girgentane

Il viaggio, per me, è ricco se incontro persone come Valeria, una donna audace, amorevole e solare che ha scelto con suo marito questo percorso di vita incontrando difficoltà, ma l’hanno scelto assieme e questo si legge in tutto, o meglio a me è arrivato.

Questo viaggio è stato bello grazie all’arricchimento che mi è stato donato da ogni incontro, ma questo sicuramente è stata una punta di eccellenza umana.

Peppe al pascolo con le capre

Spero di tornare a trovarli e conoscere le famose capre girgentane e fare una foto con loro, da quello che ho capito c’è una certa Mascotte che non aspetta altro!

Potete andare a trovare l’azienda Casusko nel punto vendita o in azienda previa accordi se siete in Sicilia da quelle parti, saranno sicuramente entusiasti di esserci per farsi conoscere.

Potete seguirli comunque a distanza sul canale Facebook , dove potete trovare aggiornamenti, foto, video e novità.

Grazie a Valeria, a Peppe che spero in  futuro di poter conoscere, grazie ragazzi ad avere avuto la perseveranza e il coraggio e perché no anche un po’ di incoscienza di realizzare un sogno e renderlo reale.

io e le corna della capra girgentana

Grazie alla terra magica, alla Bella Sicilia che mi sa incantare, emozionare e rapisce ogni volta, cuore, mente e anima.

Alla scoperta della città dell’armonia : la Valdagno vicentina

Dall’inizio ho sempre cercato di dare a Tarallucci&Vino l’atmosfera di un luogo dove si incontrassero immagini, parole, emozioni che rappresentassero storie di produttori e di prodotti.

Questa volta in modo originale, Tarallucci&Vino vuole essere la cornice di un articolo che parli della valorizzazione turistica di un paese come Valdagno, paese in provincia  vicentina.

Valdagno è un paese fuori dai circuiti turistici di massa della zona vicentina, ricca di ville palladiane, bellezze artistiche e culturali.

Mi è capitato di entrare in contatto con questa realtà poco conosciuta, grazie a Matteo Costa, mio ex compagno di studi universitari, svolti a Padova qualche anno fa.

Matteo oggi svolge il ruolo di guida turistica autorizzata per Vicenza, provincia e ville venete.

Matteo è una persona appassionata al suo lavoro e quando mi ha chiesto di raggiungerlo e scrivere qualcosa per promuovere Valdagno con il mio blog, mi sono detta “Perche no?”:); come tutte le cose più riuscite, la spontaneità vince sempre.

Quindi la missione Valdagno ha avuto incipit.

Accompagnata dalla mia guida sapiente ho scoperto il valore di questo piccolo comune vicentino, che non è così piccolo per la storia e peso di ciò che è stato realizzato qui.

Valdagno oltre essere un paese ridente nella campagna vicentina, racchiude in se’ la storia non solo di un’azienda storica del tessile italiano, ma anche un modello di città sociale in tempi in cui ciò era sicuramente all’avanguardia.

A Valdagno ha sede la Marzotto una delle aziende principali del tessile italiano, fondata da Luigi Marzotto nel 1836.

Luigi Marzotto è stato un grande imprenditore e mecenate italiano. Quello che il suo discendente Gaetano ha creato non è stata solo un’impresa, ma anche un modello in fase pre fascista di città sociale.

Al di là delle ricostruzioni e degli eventi storici di quegli anni, ciò che mi ha colpito sinceramente è come il signor Gaetano Marzotto sia riuscito a creare e realizzare un’intera città per i suoi lavoratori che permettesse loro di vivere con agio e benessere.

Gli operai della Marzotto non erano solo dei lavoratori per lui, ma persone che necessitavano e meritavano una buona qualità di vita.

Nella planimetria realizzata della città dell’armonia, si può vedere cosa sia stato ideato e progettato.

Non solo fu costruita l’area abitativa per gli operai e i dirigenti dell’azienda, ma anche tutto ciò che era funzionale alla vivibilità buona di chi lavorava in Marzotto.

Da un teatro che organizzava rassegne di qualità con ospiti di prestigio, ad asili per i bimbi dei lavoratori, alle case di riposo. C’erano locali di riunione per il tempo libero, negozi di alimentari, la bocciofila. C’era la scuola di musica con insegnanti famosi che venivano coinvolti grazie alle conoscenze di Luigi Marzotto e della sua famiglia.

C’erano addirittura tutti servizi sia sanitari che sociali bel strutturati come una piscina e strutture per attività sportive.

Si racconta che i lavoratori della Marzotto venissero pagati con dei salari sopra la media di pari qualifica nel territorio italiano, perche Luigi Marzotto voleva che avessero un benessere tale che fuori da Valdagno potessero avere un buon potere d’acquisto e non gli venisse l’idea di cambiare azienda per migliorare la propria situazione.

Ogni cosa era pensata e studiata.

Luigi Marzotto ha creato non solo quindi qualità a livello aziendale, ma anche un modello da riproporre.

Molti degli edifici costruiti per la città dell’armonia, sono ancora oggi utilizzati con la stessa finalità del tempo come l’asilo e la casa di riposo. (qui dove ora sono ospiti coloro che ci lavoravano magari in quegli anni).

Mentre passeggi per la città, sotto i portici che erano il punto di ritrovo nelle giornate piovose invernali, osservi nella pavimentazione o sulle pareti disegni che riproducono in simboli gli strumenti di lavoro in azienda e richiami a cosa fosse la Marzotto.

E’ chiaro uno studio ideologico oltre che aziendale e sociale in tutto ciò.

Altra cosa che mi ha colpito è la spinta e la fiducia che c’è nella popolazione valdagnese, nella valorizzazione di tutto ciò che è stata ed è Valdagno; ci sono progetti molto belli che vengono realizzati per non dimenticare e promuovere la memoria di ciò che c’era.

Nella parte residenziale della vecchia Valdagno, che ricorda con edifici le città signorili e evolute di quegli anni come Milano, c’è un area verde, un parco molto bello oggi utilizzato e valorizzato. Quest’area nel primo progetto sarebbe dovuto diventare la residenza della famiglia Valdagno, con una esuberanza nello stile architettonico e scenografico.

La cosa poi per motivi personali fu abbandonata, ma visitando l’area è possibile averne un’idea e meravigliarsi.

Al di la’ della presenza dell’azienda Marzotto, i cui locali sono utilizzati per buona parte per uffici amministrativi e conoscere cosa fosse la Città dell’Armonia, mi ha entusiasmato il passaggio tra passato e presente che si uniscono passeggiando per le strade del paese. Almeno a me questo è giunto e l’ho sentito bene.

Nei viaggi che compio una delle cose che colpisce e attira alcune delle mie curiosità sono i produttori del territorio; anche a Valdagno ho avuto il piacere di conoscerne uno, famoso nella zona: il liquorificio Carlotto.

Carlotto è una bottega storica non solo di Valdagno ma della zona, ci sono persone che da Vicenza stessa vengono per fare il famoso aperitivo con il famoso BiancoRosso.

Carlotto è bottega storica che parla di tradizione e passione per ciò che viene qui realizzato, tra gli scaffali è possibili vedere i numerosi prodotti che qui vengono fatti.

Carlotto merita una visita se siete dalle parti di Valdagno, vicino alla Bottega storica si trova il punto vendita dove potrete acquistare i distillati che vi piacciono o che avete assaggiato nella bottega. Possono diventare dei regali da fare per le persone a voi care e perchè no, anche per voi stessi.

Quello che posso dire è che Valdagno è un paese da scoprire, da conoscere; magari è fuori dai circuiti turistici più classici e proprio per questo a mio avviso merita di essere visitato.

Sarà che io promuovo molto il turismo dei posti meno conosciuti, che spesso hanno da svelare e trasmettere tanta bellezze e stimoli nuovi e inaspettati.

Tarallucci&Vino vi consiglia Valdagno e sponsorizza questa realtà, l’amministrazione e il resto del paese vi saprà accogliere con piacere e entusiasmo.

Aperitivi tra tradizione e trekking al Rifugio Scirocco

Questo articolo lo voglio dedicare agli aperitrek che vengono organizzati al Rifugio Scirocco, situato a Cava d’Ispica – Modica (RG).

Rifugio Scirocco è un rifugio immerso nella natura, nel silenzio e nella pace, è racchiuso in un’atmosfera magica.

Rifugio Scirocco è nato da un sogno coltivato da anni da Nanni di Falco, guida escursionistica ambientale ventennale della regione siciliana e guida della Compagnia dei Cammini per la Sicilia.

Il sogno poi, dopo attese e tenacia, ha preso forma e da qualche anno è diventato realtà; Nanni di Falco ha realizzato la sua oasi felice.

Non è solo la sua oasi felice, ma di chiunque voglia fare un percorso escursionistico da queste parti, sia come escursionista del weekend della zona, ma anche come turista o camminatore in tour nella zona ragusana.

Fa riflettere che qualsiasi oggetto presente a Scirocco sia stato portato lì a spalla  da Nanni e da chi l’ha aiutato e ha creduto con lui in questo progetto; Scirocco non ha un accesso comodo con l’auto ma per chi apprezza questo stile di vita, l’adattamento viene naturale.

Vengono organizzati dei trekking di circa 4 ore, che uniscono il contatto con la natura incontaminata, a un trekking leggero con annessa visita della necropoli nella cava e del castello sicano (qualcosa di unico), alla degustazione dei prodotti del territorio a fine tour al rifugio.

E’ possibile trovare tutte le informazioni sul sito di Aperitrek o sulla pagina Facebook.

I riferimenti per partecipare agli aperitrek sono Nanni di Falco e Giovanni Carbone. Giovanni Carbone è di Vittoria (Rg) ed è un wine taster. Oltre essere il fondatore degli aperitrek, lavora presso la valle dell’Acate. Potete trovare i numeri di telefono e i contatti di entrambi nella foto sottostante.

Nanni e Giovanni sono due persone che amano il loro territorio, la loro provincia ragusana e hanno creduto molto in questo progetto che unisce aspetti interessanti e peculiari.

Mi piace la semplicità del progetto supportata da grande passione e umiltà. Sono professionisti, che oltre sapere fare bene il proprio lavoro, conoscono bene tutto quello che concerne questa zona e chi meglio di loro vi può far conoscere Cava d’Ispica?

Apprezzo la collaborazione tra operatori che hanno la stessa missione, il coraggio di crederci comunque e sempre anche nelle difficoltà che ci possono essere.

Mi sento di supportare gli aperitrek a Scirocco e chiunque legga questo articolo è invitato ad andarci. Perchè?

  • Rifugio Scirocco è davvero bellissimo, sia all’interno che all’esterno. C’è un atmosfera calda, personalizzata e volendo c’è la possibilità di poterci dormire con sacco a pelo, nei letti presenti a castello o all’esterno in tenda.

  • Il contatto con la natura qui è reale e puro, dai profumi, alla pace, ai rumori della natura, alla pace che si respira.

  • La degustazione dei prodotti del territorio è meravigliosa: ci sono i prodotti tipici del territorio dalla scaccia, a patè fatti in casa, ai pomodori secchi, marmellate buonissime, formaggi tipici ragusani e immancabile del buon vino consigliato da Giovanni.

  • Un’escursione unica naturalistica che ti porti nel cuore.
  • Un pezzo di Sicilia da fotografare, dove si può tornare ogni volta che si vuole, tanto non si finisce mai di vedere tutta quella bellezza.
  • L’amore per questo luogo, realizzato con fatica e sacrifici, arriva dalla storia della sua realizzazione, storia che merita di essere raccontata.

Esprimo grande stima per Nanni e Giovanni, continuate così e amate sempre la vostra bella terra in questo modo, arriva al cuore e rimane impresso!

Un grande applauso e abbraccio a tutti e due 🙂

 

 

 

La semplicità e la valorizzazione delle tipicità del territorio : il punto di forza dei piatti della tavola del ragusano

La Sicilia è per me una terra magica, piena di fascino, bellezza, cultura e paesaggi mozzafiato, con piatti che mescolano culture antiche e di tradizione.

I piatti parlano di amore per il territorio, di tipicità, di storie di produttori o ristoratori da raccontare o mettere in evidenza; parlano di una terra che è stata attraversata da numerosi popoli che hanno reso la sua cucina unica, nei sapori, nelle ricette, nei prodotti che rappresentano la terra.

Ho passato qualche giorno nel Ragusano, zona di barocco, muretti a secco, atmosfere fuori dalla realtà, bellezza, natura dai colori accesi, zona dei Monti Iblei e di un mare bellissimo.

Il mio diario di viaggio questa volta ti vuole raccontare dei posti dove ho mangiato, dove ho potuto degustare dei piatti degni di essere raccontati e nominati.

Partiamo dal Parrino a MonteRosso Almo (RG), posto con buonissime recensioni.

Qui ho potuto mangiare dei funghi buonissimi della zona realizzati come antipasto in vari modi, a crudo, alla griglia o impanati, sono da provare! C’era una ricotta freschissima ancora calda, un piacere assaggiarla. Ma il pezzo forte oltre ad altri antipasti era qualcosa che puoi mangiare solo là, motivo per cui sono stata portata, lo Scacciuni che è diversa dalla Scaccia. Il dolce finale: pizza con Nutella e ricotta della zona super buona!

Un altro posto di Ragusa Ibla in cui è possibile degustare cucina tipica ragusana è Ristorante ai 4 Gatti. Ambiente caldo, accogliente, dove gli amanti dei gatti troveranno foto, testi sui gatti .

IL ristorante si trova vicino ai Giardini Iblei in pieno centro a Ragusa Ibla. Ecco qui la localizzazione e una recensione.

Qui ho potuto degustare il macco di fave, è qualcosa di sublime per me. Non posso non darvi la ricetta, in caso non possiate mangiarlo sul posto. E’ semplice e saporito. E’stato il turno poi di involtini di porro avvolti nel formaggio ragusano e pancetta, infine agnello con una mousse di menta, il tutto accompagnato da un buon bicchiere di Nero d’Avola.

Un posto delizioso che consiglio anche per il servizio molto piacevole.

L’ultimo posto che vi voglio segnalare per chi ama il pesce come me, è I Varcuzzi, a Ragusa.

Ristorante molto semplice e famigliare dove ho potuto mangiare a un prezzo onestissimo del pesce buono e gustoso.

Ho potuto assaggiare delle sarde al limone e del pesce spada alla palermitana, una pietanza che dovreste provare, perchè ti leccherai i baffi :).

Vi consiglio di visitare il ragusano vivamente, è un territorio che vi saprà accogliere con semplicità ma tanto buon cuore e generosità, tenendo presente che potrete assaggiare a tavola è solo una delle ricchezze di questa bellissima terra.

Io ci tornerò sicuramente, ma voi che aspettate? 😉