Acetaia della Vigona: l’oro modenese qui allieta i sensi

Domenica 30 Settembre 2018 si è svolto nel modenese un evento molto interessante e coinvolgente : “Acetaie Aperte 2018”.

Tra le acetaie che ho visitato mi ha colpito l’acetaia della Vigona a Mirandola (Mo).

Questa acetaia è del sig. Campagnoli Alberto, ex professore delle scuole medie, che si è dedicato con tutta l’anima a questa passione raffinata rappresentativa del territorio agricolo modenese.

La cosa che mi ha colpito di questa azienda famigliare, produttrice dell’aceto tradizionale è l’evidenza di come abbia reagito al terremoto del 2012, che ha interessato il territorio con effetti indelebili negativi.

Il terremoto ha provocato danni sia alla casa del sig. Campagnoli, sia a una parte della sua acetaia che era conservata come da buona tradizione nel sottotetto di casa.

Le acetaie solitamente vengono allestite nel sottotetto delle case modenesi, dove per le temperature molto calde e umide d’estate e d’inverno rigide, si creano le condizioni ottimali per la stagionatura dell’aceto.

Dopo questo catastrofico evento le batterie danneggiate e non, sono state trasportate con l’aiuto dei vigili del fuoco di Verbania all’interno di un container realizzato con dei finanziamenti ricevuti dopo il disastro.

Intanto la casa famigliare, nell’antico fondo Vigona da cui prende il nome, è stata ristrutturata e quest’anno verranno riportate le batterie nel sottotetto.

Il sign. Campagnoli dopo essersi dedicato per anni a imparare l’arte della produzione dell’oro nero del modenese, nel 1975 ha iniziato a preparare le prime batterie di Aceto Balsamico Tradizionale. In seguito dapprima “Maestro Assaggiatore della Consorteria di Spilamberto dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena” poi “Assaggiatore Professionale A.B.T.M.” iscritto all’Albo della Camera di Commercio di Modena.

Durante la mattinata presso l’acetaia della Vigona ho potuto acculturarmi sul mondo della produzione dell’aceto balsamico, sulla sue fasi di lavorazione, sulle tipologie di aceto tradizionale dop e ho potuto capire su cosa rappresenti per il signor Alberto, suo figlio Paolo tutto quel mondo.

Altra cosa che mi ha colpito e’ stata la presenza di una collaboratrice di famiglia, la signora Daniela che raccontava con enfasi e passione il “Pianeta della produzione del balsamico” . Questa donna si è creta da sola per sua curiosità e interesse un’acetaia piccola per ora, che nel suo piccolo la soddisfa e la stimola ogni giorno. E mette in circolo con generosità il suo sapere e esperienza.

E’ sempre bello vedere un persona stimolata, ancora di più è esserlo con quella enfasi.

Ho scoperto che ci sono due tipologie di Aceto balsamico dop: quello Affinato e quello Extra vecchio. L’Affinato è il Balsamico Tradizionale DOP che dopo un processo di produzione della durata di almeno 12 anni, sostenuti tutti i controlli di routine dell’Ente di Certificazione e superato il test organolettico del panel di maestri Assaggiatori iscritti nell’albo della Camera di Commercio di Modena, viene imbottigliato nella famosa bottiglietta sferica senza nessun riferimento alla età. E’ il prodotto più giovane. Può essere accompagnato da diversi colori della capsula di sigillo, generalmente rosso metallizzato ma anche crema o di altri colori.

L’Extra Vecchio è il Balsamico Tradizionale DOP che dopo un processo di produzione della durata di almeno 25 anni, sostenuti tutti i controlli di routine dell’Ente di Certificazione e superato il test organolettico del pane di maestri Assaggiatori iscritti nell’albo della Camera di Commercio di Modena, viene imbottigliato nella famosa bottiglietta sferica con una scritta di riferimento “Extra Vecchio” sulla etichetta. Il colore della Capsula di sigillo è oro metallizzato.

Ho degustato entrambe le tipologie di aceti e devo dire che entrambi erano ottimi.

Al di là degli aspetti tecnici della produzione dell’aceto Balsamico Tradizionale Dop, quello che posso portare come mia esperienza di questa visita è stato apprezzare il cuore che arrivava dalle parole del sig. Alberto, da quelle di suo figlio Paolo o della signora Daniela, che è unaaMaestro Assaggiatrice.

Con parole e gesti semplici mi hanno fatto arrivare cosa è dedicarsi per loro a questo prodotto, dalla produzione nei campi delle viti alla realizzazione del prodotto finito.

Ho colto la pazienza, il senso del sacrificio e costanza nel aver continuato ad amare l’”oro nero” durante gli anni di difficoltà durante il terremoto e negli anni di ripresa successivi. Ho percepito la semplicità dell’animo umano che anche se incontra delle difficoltà, si rilancia con speranza nella vita e si da’ forza per andare avanti.

Mi è arrivato il senso della famiglia che come si dice da quelle parti ha “tenuto botta” ed è rimasta unita.

Ho riassaporato cosa vuol dire il calore e la genuinità della gente emiliana, dei modenesi, che ti scaldano solo dicendo “Perbacco” o quando ti sorridono con gli occhi; è gente tenace, risolutiva, che non si arrende mai, mai. Come sono usciti dal terremoto l’ha dimostrato.

Vi consiglio di visitare il sito di questa acetaia nela campagna mirandolese e se vi è possibile andare a fare una passeggiata qui, magari prendendo contatti con il sig. Alberto, precedentemente.

Vi farà bene stare lì, tra le viti, i profumi della campagna, dei tini, tra le batterie di legnami diversi che mano mano danno gusto a quella delizia che è l’aceto Balsamico Tradizionale Dop. Potrete degustare una gioia per il vostro palato che il sig. Campagnoli vi saprà descrivere e decantare in tutto quello che vi incuriosisce della sua produzione.

Trovate i contatti sul sito dell’azienda.

E fidatevi che ciò che vi indico non è né esagerato, basta avere un po’ di tempo di relax, occhi curiosi e cuore aperto e tornerete a casa arricchiti.

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